Bonifica Amianto Friabile
Che cos’è l’amianto friabile
L’amianto in matrice friabile per definizione è un formato molto pericoloso dell’amianto in quanto le fibre che lo compongono si presentano libere o debolmente legate. Ne consegue che l’amianto in matrice friabile risulta facilmente riducibile in polvere: è sufficiente, difatti, la semplice pressione manuale. In tal modo risulta maggiormente inalabile e dunque molto dannoso per la salute dell’uomo. Come noto, le polveri di amianto sono cancerogene e molto pericolose per l’apparato respiratorio umano.
Ad oggi ci si trova a dover far i conti con l’eredità lasciataci da un uso passato smodato e massiccio dell’amianto in molti ambiti e settori: dal campo edile a quello tessile fino ad arrivare ai cicli dell’industria.
Il suo utilizzo è stato favorito dal basso costo e dalle caratteristiche possedute; l’amianto, infatti, è un materiale indistruttibile, flessibile, filabile, resistente al fuoco, al calore, agli acidi e alla trazione ed è dotato di proprietà fonoassorbenti e termo-isolanti.
In ragione di tali caratteristiche e proprietà, l’amianto in matrice friabile può trovarsi all’interno delle coibentazioni dei tubi del riscaldamento, dei sistemi di isolamento termo-acustico delle pareti, in guarnizioni di caldaie e bruciatori e come copertura di strutture metalliche a scopo ignifugo. Il suo impiego è rintracciabile in edifici sia privati che pubblici come scuole, ospedali, palestre, industrie e asili.
Qualora il proprietario o, in generale, il responsabile dell’edificio si accorga della presenza dell’amianto friabile è tenuto a comunicarlo nell’immediato alla Asl di riferimento della zona in cui è ubicato l’edificio.
L’obbligo è prescritto dalla legge del 27 marzo 1992, n. 257. In caso di violazione di quanto previsto dalla legge ministeriale e dunque in caso di mancata comunicazione, è prevista una sanzione pecuniaria di circa due mila euro.
L’amianto può trovarsi all’interno degli edifici anche in forma compatta ossia presentando delle fibre fortemente legate (come nel caso del cemento-amianto o vinil-amianto). L’amianto compatto, a differenza di quello in matrice friabile, risulta difficile da sbriciolare se non con l’utilizzo di attrezzi meccanici quali dischi abrasivi, trapani e frese.
La sua presenza in edifici in buono stato non fa scattare l’obbligo di comunicazione. D’altra parte i proprietari o i responsabili degli edifici (ad esempio l’amministratore in caso di un condominio) sono tenuti ad effettuare delle ispezioni con la relativa valutazione del rischio.
Tali ispezioni dovranno esser fatte con l’ausilio di tecnici abilitati. In caso venga accertata e messa in evidenza la pericolosità dei manufatti in amianto presenti nell’edificio, bisognerà obbligatoriamente far intervenire le ditte specializzate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambienti.
A proposito di controlli, obblighi, ispezioni e comunicazioni, sarà possibile rifarsi, oltre che alla fonte normativa nazionale sopra citata, al DGR 5455; il decreto mette in evidenza come tutti i manufatti in matrici compatte cementizie o plastiche dovranno essere sottoposti dai proprietari o dagli amministratori degli edifici in cui si trovano a controlli periodici, manutenzioni e bonifiche, in relazione al loro stato di conservazione, secondo i criteri stabiliti dal d.Lgs. 277/91 e dal Decreto del Ministero della Sanità del 6 settembre 1994.
Ma dove si trova, oltre a quanto citato, l’amianto friabile e compatto?
Bisogna considerare, infatti, che l’amianto sia in matrice friabile che in matrice compatta si può trovare anche:
- all’interno di tessuti di tute antincendio, in coperte spegni fiamma, sipari da teatro, tende per il contenimento del calore dei forni a tunnel;
- corde, nastri e guaine utilizzate come rivestimento di tubazioni calde e cavi elettrici. Elementi, questi, che arrivano ad esser costituiti anche al 100% da amianto;
- carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma e guarnizioni per forni o caldaie;
- filtri costruiti con carta di amianto utilizzati nell’industria chimica ed alimentare.
Che cos’è l’amianto floccato
Preliminare è comprendere il significato dell’amianto floccato; si tratta di amianto mescolato con leganti particolari, come ad esempio il gesso e il cemento. Esso veniva utilizzato anche per gli intonaci e per gli stucchi. Oltre a venir applicato con le stesse tecniche con le quali viene applicata la malta tradizionale può e poteva esser spruzzato. La ragione dell’utilizzo dell’amianto floccato all’interno di intonaci e stucchi risiede nel fatto che quest’ultimi acquistano particolare resistenza al fuoco oltre che particolari proprietà fonoassorbenti.
Per tali ragioni le strutture di metallo degli edifici, come travi e colonne, sono state rivestite di amianto floccato; in tal modo riescono a conservare la loro robustezza in caso d’incendio.
Queste caratteristiche (di isolamento termo-acustico e di resistenza al calore e al fuoco) hanno reso l’amianto molto utile all’interno di edifici come le scuole, le palestre, i centri commerciali, le fabbriche e le centrali termiche. L’amianto spruzzato è stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per coibentare le carrozze dei treni, di navi, di autobus e aerei.
All’interno delle strutture domestiche è possibile trovare amianto nei muri di casa, negli intonaci di soffitto e pareti, nelle travi e colonne, in camini e sfiati e nelle vasche da bagno; si potrebbe trovare amianto anche nei forni da cucina.
Il come riconoscere l’intonaco con l’amianto è una delle questioni che preoccupano i proprietari degli edifici. Riconoscere l’intonaco contenente amianto, difatti, non risulta sempre immediato e neppure semplice. Sebbene alla vista l’aspetto fibroso dell’intonaco possa costituire un campanello d’allarme, è consigliabile effettuare le idonee analisi.
La pericolosità dell’amianto deriva proprio dalla tecnica di applicazione: essendo applicata a spruzzo, l’amianto presenta una bassissima coesione ed una grande friabilità. La friabilità rende le polveri più disperdibili nell’aria, maggiormente inalabili e così più pericolose; l’esigenza di rimozione diventa impellente quanto necessaria. Uno specialista saprà ben valutare la situazione e il tipo di intervento da adottare.
Qualora venga intercettata la necessità di rimuovere l’amianto floccato o in matrice friabile spruzzato bisognerà prendere differenti e obbligatorie precauzioni.
Una breve parentesi merita tale tecnica di eliminazione.
Nell’operazione di rimozione dell’amianto floccato o friabile a spruzzo bisogna effettuare per prima cosa una raschiatura manuale delle superfici che lo contengono. Operazione che si effettua per mezzo di attrezzi quali raschietti e indossando una maschera antipolvere FFP3.
Nonostante la raschiatura manuale rimane ciò che veniva applicato prima di spruzzare l’amianto floccato ossia quello strato di circa 1,5 mm di fibre di amianto permeate nel primer di ancoraggio. Elemento che richiede ulteriori interventi.
Procedura bonifica dell’amianto friabile
Una volta che si sono concluse le operazioni di controllo e verifica della pericolosità della presenza di amianto all’interno dell’edificio bisognerà procedere con la bonifica dell’area e dunque con la rimozione dell’amianto friabile.
Sarà necessario per prima cosa sgomberare l’aria da tutti i mobili e da tutte le attrezzature spostabili; mentre per ciò che non si può spostare bisognerà provvedere ad un’accurata e idonea sigillazione con particolari fogli di carta.
La zona oggetto di bonifica da amianto friabile viene innanzitutto isolata perciò è necessario, come prima operazione, allestire il cantiere all’interno del quale avverranno i lavori di rimozione.
Confinare l’ambiente interessato dalle procedure di bonifica dell’amianto friabile risulta fondamentale per evitare che le fibre liberate durante i lavori contaminino l’aria circostante.
L’ambiente confinato viene realizzato attraverso due strati di polietilene di adeguato spessore posati a pavimento e alle pareti e sigillate ai bordi con schiuma poliuretanica. Operazione definita confinamento statico.
Tale sistema ermetico permette di ben isolare l’ambiente al quale si potrà accedere solamente da una via d’entrata/uscita. L’accesso si effettua attraverso l’allestimento di due unità di decontaminazione: l’unità di decontaminazione dei materiali (U.D.M.) e l’unità di decontaminazione del personale (U.D.P.). Quest’ultima è dotata di spogliatoi e di un ambiente doccia.
Bisognerà anche installare degli aspiratori che depressurizzano l’ambiente confinato assicurando un flusso d’aria continuo dall’esterno verso l’interno e non il contrario. Tale sistema di depressione (confinamento dinamico) garantisce il rinnovamento dell’aria e riduce la concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse anche all’interno dell’area di lavoro.
L’aria inquinata aspirata dagli estrattori, debitamente filtrata, deve esser espulsa dal cantiere e, quando è possibile, completamente fuori dall’edificio. Gli estrattori, così, devono esser dotati di un filtro HEPA (alta efficienza: 99.97 DOP). Essi lavoreranno 24 ore su 24 fino a quando la decontaminazione dell’aria non sarà completata.
Una volta allestito il cantiere bisognerà provvedere al suo collaudo mediante prove di tenuta. Inoltre, prima di poter iniziare le operazioni sarà necessario possedere l’approvazione da parte della Asl di zona. Nei casi di bonifica amianto friabile a Milano le Asl di riferimento sono, come deducibile, quelle del territorio milanese. L’Asl verifica l’efficacia del confinamento attraverso una campionatura dell’aria ed un’ispezione dell’ambiente.
Ulteriori operazioni preliminari riguardano la messa in sicurezza degli operai e degli addetti ai lavori. Essi dovranno esser ben informati e istruiti sulle tecniche di rimozione dell’amianto oltre che sulle accortezze che garantiscono la sicurezza della propria persona e del cantiere.
Difatti, in via preliminare sono tenuti a seguire un programma di addestramento all’uso delle maschere respiratorie, dovranno conoscere bene le procedure per la rimozione dell’amianto, della decontaminazione e della pulizia del luogo di lavoro. In merito all’equipaggiamento, gli operai dovranno esser muniti di protezioni individuali delle vie respiratorie e di adeguati indumenti (tute, copricapo e coperture per i piedi).
Il nostro team è costituito da professionisti di Milano altamente competenti in grado di effettuare con accuratezza e precisione tutte le attività di bonifica da amianto friabile, come stabilito dalla legislazione vigente in materia.
Una volta effettuate tutte le operazioni di preparazione, si potrà procedere con i lavori di rimozione vera e propria. La rimozione dell’amianto friabile avviene ad umido. Il materiale oggetto di bonifica andrà imbibito; tale operazione potrà essere effettuata attraverso agenti surfattanti (soluzioni acquose di etere ed estere di poliossietilene) oppure agenti impregnanti (prodotti vinil-acrilici comunemente usati per l’incapsulamento).
Come si procede? Di solito l’amianto friabile viene bagnato con un getto diffuso a bassa pressione. Gli agenti surfattanti o impregnanti vengono spruzzati due volte: una prima volta per bagnare la superficie dove si trova l’amianto e una seconda volta per ottenere la completa saturazione.
Gli addetti ai lavori dovranno iniziare la rimozione dell’amianto friabile dalla zona più lontana agli estrattori per poi procedere pian piano verso di loro secondo la direzione del flusso dell’aria. Una tecnica, questa, che garantisce l’allontanamento delle fibre di amianto che si liberano durante i lavori dalle zone già decoibentate.
In alternativa alla tecnica del getto diffuso, laddove ci si trova dinnanzi rivestimenti di grande spessore o laddove si registra la presenza di trattamenti di superficie su manufatti e pareti, vengono effettuati dei fori all’interno dei materiali. La soluzione imbibente verrà così iniettata attraverso tali fori in modo che possa arrivare in profondità.
In tutti e due i casi l’amianto rimosso deve essere insaccato nell’immediato o comunque prima che possa essiccarsi. I materiali utilizzati per le operazioni di imballaggio e insaccamento sono materiali particolari che devono rispondere, come da norma, a specifiche caratteristiche e proprietà.
L’allontanamento dei rifiuti prodotti dalla bonifica necessita cura e attenzione al fine di evitare il pericolo della dispersione di fibre. Il materiale di rifiuto viene insaccato nell’aria di lavoro. I sacchi accumulati verranno portati nell’unità di decontaminazione dei materiali (U.D.M.). In tale unità vengono prima lavati, subiscono poi un secondo insaccamento e infine vengono allontanati dall’ambiente. I rivestimenti da rimuovere vengono irrorati, attraverso la tecnica airless, di una soluzione incapsulante a base di acetato di vinile. Tale soluzione ingloba le fibre di amianto e impedisce che si disperdano.
Una piccola parentesi merita la definizione di rifiuto d’amianto per la quale ci si può rifare a quanto precisato dalla legge del 27 marzo 1992, n. 257. Il Ministero della Salute così definisce e classifica i rifiuti: i materiali di scarto delle attività estrattive di amianto, i detriti e le scorie delle lavorazioni che utilizzano amianto, anche provenienti dalle operazioni di decoibentazione nonché qualsiasi sostanza o qualsiasi oggetto contenente amianto che abbia perso la sua destinazione d’uso e che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall’articolo 3.
Ciò significa che tutto ciò che è stato utilizzato per la bonifica da amianto friabile ossia indumenti, pannelli di confinamento etc., deve essere smaltita.
Dunque, tutti i materiali di rifiuto così trattati vengono portati all’interno delle discariche autorizzate del territorio di Milano.
Al termine dei lavori di rimozione e di bonifica degli ambienti da amianto friabile, gli incaricati dalla Asl di zona (in questo caso quelle di Milano) dovranno effettuare diverse verifiche. Controlleranno se l’area è stata bonificata correttamente e non siano rimaste particelle d’amianto nell’aria; detto in altri termini, dovranno valutare la restituibilità della zona oggetto dei lavori di bonifica. Tali verifiche, finalizzate ad accertare che nell’aria siano assenti fibre di amianto, vengono effettuate mediante non solo ispezioni visive ma anche attraverso il prelievo e l’analisi di campioni dell’aria.
In ultima istanza, a conclusione e dei lavori di bonifica e dello smaltimento dei rifiuti all’interno delle discariche autorizzate, al proprietario dell’edificio o al suo amministratore dovrà esser rilasciato il certificato di avvenuto smaltimento.
Dove operiamo
Operiamo nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese.