Quali tipologie di tetto esistono?
Abbiamo visto che la funzione principale di una copertura è quella di dividere lo spazio interno dell’edificio da quello esterno per proteggere gli interni dagli agenti atmosferici. Qualsiasi tipo di “chiusura” della parte superiore di un fabbricato dà vita ad una copertura, indipendentemente dalla morfologia geometrica, dalla logica strutturale e costruttiva e dai materiali usati.
I tipi di tetto possono essere classificati rispetto a queste caratteristiche:
1) continuità o discontinuità dello strato di tenuta all’acqua
2) comportamento termoigrometrico (isolamento e ventilazione)
3) grado di accessibilità (agibile solo per la manutenzione o “vivibile”)
4) percentuale di pendenza
Continuità o meno dello strato di tenuta all’acqua: coperture continue VS coperture discontinue
Le coperture continue, indipendentemente dal grado di pendenza, impediscono all’acqua di penetrare nell’edificio grazie ad unsistema di tenuta senza soluzione di continuità, come le guaine continue di origine sintetica. Si tratta, di solito, di coperture curve o piane.
Quando, invece, il tetto ha un certo grado di pendenza, sono utilizzate coperture discontinue che impediscono all’acqua di penetrare: le tegole o i coppi. Si tratta di tetti a falda coperti, appunto, con coppi o tegole per far defluire le piogge.
Comportamento termoigrometrico: tetti ventilati/non ventilati, isolati/non isolati
- Coperture non isolate e non ventilate
Non sono previsti né elementi termoisolanti, né uno strato di ventilazione. E’ quindi un tetto con scarse capacità di coibentazione, usato in pochi casi, generalmente per gli edifici agricoli. - Coperture ventilate e non isolate
E’ un tetto simile al primo ma, in più, ha uno strato di ventilazione che rende gli ambienti più freschi d’estate. Anche questo tipo di tetto è tipico dell’edilizia agricola. - Coperture isolate e non ventilate
Anche note col nome di “tetti a caldo”, queste coperture hanno uno strato termoisolante che protegge l’edificio dalle infiltrazioni e dagli sbalzi termici, ma senza ventilazione. - Coperture isolate e ventilate
A differenza della terza categoria, in questo caso la presenza della ventilazione migliora ulteriormente l’isolamento termico, perché il vapore acqueo prodotto dall’edificio viene espulso fuori dal tetto, limitando la condensa. Infatti, questo tipo di coperto è noto anche come “tetto a freddo”.
Grado di accessibilità: tetti agibili solo per la manutenzione o “vivibili”
Alcuni tetti sono accessibili solo per interventi di manutenzione, altri anche per la manutenzione degli impianti. Esistono poi tetti accessibili ai pedoni (400 kg/m2 di carico), ai veicoli leggeri (<2 tonnellate per asse) e a quelli pesanti (> 2 tonnellate per asse). Infine, ci sono i giardini pensili: tetti che resistono sia alle sollecitazioni meccaniche che a quelle chimiche.
Percentuale di pendenza: tetti planari e curvi
In questo caso il criterio di classificazione è l’inclinazione dei piani di copertura (coperture a falda o coperture piane). In base alla percentuale di pendenza, i tetti sono classificabili in:
- coperture planari orizzontali, quando la pendenza è inferiore all’1%
- coperture planari suborizzontali, quando la pendenza è compresa fra 1% e 5%
- coperture planari inclinate, se la pendenza supera il 5%
- coperture curve