Effetti dell’amianto sulla salute, quali malattie causa?
Indice
Quando si parla di amianto è impossibile non parlare delle diverse patologie che derivano dalla presenza di questa particolare sostanza, la quale altro non fa se non danneggiare, in modo assai pesante, il corpo di coloro che andranno a respirare delle quantità differenti di tale sostanza.
Cerchiamo ora di capire quali sono le diverse patologie che si potrebbero riscontrare, come si manifestano e quanto amianto si deve respirare per ammalarsi.
Le malattie collegate all’amianto, quali sono?
Parlare di malattie che derivano da un’inalazione dell’amianto è un argomento abbastanza vasto che deve essere analizzato con cura.
Generalmente le diverse patologie si contraddistinguono in ben due categorie, ovvero quelle leggere e quelle gravi ma attenzione: in entrambi i casi occorre prestare la massima cura quando si respira amianto in quanto le malattie correlate non sono meno pericolose rispetto a quelle maggiormente gravi.
La prima patologia alla quale si va incontro respirando l’amianto è la presenza di un particolare liquido che va a colpire direttamente le pleure.
Tale patologia, che prende il nome di Versamento Pleurico, è uno degli effetti collaterali che derivano dal continuo respirare dell’amianto.
Il liquido colpisce quelle piccole membrane che hanno la funzione di avvolgere i polmoni e di proteggerli: col passare del tempo chi soffre di questa problematica tenderà a sentirsi maggiormente affaticato e potrà notare come il Versamento Pleurico altro non fa che ridurre la quantità d’ossigeno massima che può essere contenuti dai polmoni.
Inoltre bisogna anche sottolineare come quella costante sensazione di pesantezza, accompagnata da piccole fitte che vanno a colpire gli stessi polmoni, possono essere i sintomi che una persona potrebbe riscontrare.
In alcuni casi questa patologia derivante da intossicazione da amianto si presenta con meno sintomi e questa potrà essere scoperta solo ed esclusivamente nel momento in cui il paziente decide di sottoporsi ad una radiografia polmonare.
Da aggiungere anche come questa patologia potrebbe essere confusa con una semplice influenza, visto che la febbre potrebbe comparire come sintomo che identifica la suddetta.
Una seconda malattia meno grave rispetto alle altre, che deriva dalla respirazione costante dell’amianto, prende invece il nome di Placche Pleuriche.
In questo caso i sintomi sono differenti e lo stesso vale per come i polmoni stessi vengono danneggiati.
Se nel caso del Versamento Pleurico si parlava di liquido riversato che andava a danneggiare la membrana dei polmoni, in questo caso si parla di piccole lesioni che molto spesso non provocano alcun sintomo e che si possono curare semplicemente evitando di respirare ulteriore amianto.
Bisogna però sottolineare anche come questa malattia che deriva dall’amianto non deve essere assolutamente ignorata visto che questa potrebbe comportare complicazioni assai gravi nel caso in cui si continui a respirare amianto.
Le lesioni lievi, infatti, potrebbero espandersi in maniera assai rapida e costante, creando quindi dei tagli veri e propri nella membrana dei polmoni.
In questo caso occorre sottolineare come, se per le placche non si corrono grossi rischi visto che sintomi e conseguenze dirette da una piccola lesione sono poco gravi, se queste dovessero invece espandersi la capacità respirativa di una persona potrebbe essere limitata parecchio.
Questo comporta quindi una diminuzione costante delle risorse d’aria del proprio corpo, sensazione di affaticamento e fame d’aria, conosciuta col termine scientifico di dispnea e grossa fatica nel respirare.
Vi è poi un caso molto raro, che comunque non deve essere sottovalutato, nel quale tale patologia si tramuta in ispessimento pleurico diffuso.
In questo caso si parla di lesioni di diversi centimetri che vanno anche ad intaccare i polmoni, comportando dunque una quasi incapacità respirativa ed allo stesso tempo problematiche varie e dolori abbastanza pesanti alla zona toracica, per la precisione in prossimità dei polmoni.
Le fibre di amianto che si formeranno sulla zona della membrana dei polmoni potrebbe lentamente corrodere gli stessi organi vitali e di conseguenza creare non pochi problemi a chi soffre di questo problema, soprattutto durante la notte.
Queste tre malattie che derivano da intossicazione leggera da amianto non hanno degli effetti devastanti per la propria salute anche se, ovviamente, sarà opportuno sottoporsi ad un attento controllo nel momento in cui si viene a conoscenza di aver respirato amianto.
L’intervento immediato del medico curante, infatti, consente la disintossicazione di questa sostanza e previene che una piccola lesione polmonare possa essere trascurata, comportando quindi dei danni maggiormente gravi ai polmoni stessi.
Ma se da una parte vi sono delle semplici patologie che possono essere facilmente sconfitte, dall’altra vi sono delle conseguenze assai gravi che derivano da una respirazione costante di amianto.
In questo caso si parla di diverse patologie che possono condurre il paziente al dover affrontare degli interventi chirurgici rischiosi con lo scopo di evitare che la sua condizione di salute possa peggiorare al punto tale da condurre lo stesso malato ad una sorte tutt’altro che piacevole e quasi inevitabile.
Quanto sono gravi le malattie d’amianto?
A differenziare la gravita della patologia non è solo ed esclusivamente la quantità e intensità dei danni che derivano da questa patologie ma anche per la degenza e la manifestazione dei primi sintomi. Se per una piccola lesione l’eventuale dolore alla zona polmonare che si proverà si manifesterà pochi giorni dopo aver subito il danno, per le patologie gravi si parla di un decorso che potrebbe avere durata anche pari a vent’anni.
Questo significa che una malattia grave provocata dall’amianto non subito potrebbe manifestarsi: in alcuni casi accade che trascorrono anche vent’anni prima che il danno stesso venga riscontrato e faccia in modo che gli effetti dell’amianto si facciano sentire sul proprio corpo.
Di conseguenza è quasi impossibile prevedere se si tratta di una patologia grave o meno visto che l’amianto respirato potrebbe riuscire a mascherarsi all’interno del proprio corpo e create tutti quei gravi danni che derivano appunto dalla sua respirazione.
La prima di queste particolari malattie che derivano da una grave intossicazione di amianto, che non necessariamente deve avvenire in lassi di tempo abbastanza brevi ma che potrebbe anche essere distribuita in modo costante nel tempo, è rappresentata dall’asbetosi polmonare, che si manifesta in maniera particolare.
Questa, nel primo periodo, si presenta senza alcun tipo di sintomo in quanto, le fibre di amianto, tendono a danneggiare lentamente la membrana dei polmoni.
Il loro percorso prosegue fino ad arrivare agli alveoli polmonari, depositandosi in maniera permanente in questa parte del corpo.
Il danno viene generalmente ampliato da due fattori che danneggiano l’intera struttura polmonare: il primo di questi è rappresentato dal fatto che col proseguire nella respirazione di amianto, le diverse fibre tenderanno ad unirsi a quella precedente mentre, altre, potrebbero invece andare ad intaccare altre zone dei polmoni, effettuando lo stesso processo di danneggiamento dell’organo vitale.
Il secondo fattore che complica questa patologia è invece dato dal fatto che le altre sostanze dannose che vengono inalata, come germi e batteri presenti nell’aria oppure nicotina e fumo delle sigarette, viene attratto dalle fibre di amianto presenti nei polmoni e che si trovano negli alveoli, aggiungendo al danno di questa sostanza quello che deriva dall’assimilazione degli elementi estremamente nocivi per i polmoni.
Questa situazione comporta quindi un peggioramento della situazione clinica del paziente che ha respirato l’amianto i cui polmoni subiranno dei danni maggiorente gravi col passare del tempo ed allo stesso punto con l’assimilazione di determinate sostanze.
La patologia ha effetti negativi che si manifestano in modo differente: bloccando il passaggio dell’ossigeno ai polmoni come prima conseguenza negativa si ha un affaticamento nella fase di respirazione, che comporta appunto una sensazione di fatica non appena si effettua un movimento.
Ma questo è solo un sintomo lieve che viene accompagnato da una costante tosse che, generalmente, si fa sempre più intesa e pesante col passare del tempo e col peggioramento della condizione della struttura polmonare.
Il paziente che soffre di asbestosi da amianto potrebbe inoltre tossire sangue: questo in quanto i polmoni sono stati danneggiati nella loro struttura interna e di conseguenza l’espulsione del sangue rappresenta un sintomo facilmente individuabile che caratterizza questa patologia.
Occorre anche parlare del fatto che anche sulla pelle è possibile vedere i segni che vengono lasciati da questa particolare malattia che derivano dall’inalazione dell’amianto: generalmente si parla di zone della pelle che tendono a diventare blu, chiaro segnale di un mancato afflusso corretto dell’osigeno nelle diverse parti del corpo del paziente.
Questa patologia, scoperta nel 1930, in passato ha mietuto diverse vittime a causa delle conoscenze non proprio ottimali della medesima.
Ma dal 1992 l’asbestosi è stata curata con maggior cura anche se vi sono comunque dei casi dove le complicazioni hanno fatto peggiorare la patologia.
Per evitare di andare incontro a questo genere di situazione occorre presentarsi ad una visita medica non appena ci si accorge di avere grosse difficoltà nella respirazione e soprattutto se, dopo aver tossito, viene espulsa una quantità di sangue media.
Il medico non potrà intervenire direttamente sui tessuti polmonari danneggiati ma somministrerà una cura atta a prevenire che possano manifestarsi delle ulteriori complicazioni che comportano danni assai più gravi e che non si limitano ad una sola zona dei polmoni ma, al contrario, colpiscono tutti gli organi.
Una seconda patologia grave cerca che deriva dalla respirazione dell’amianto è il tumore ai polmoni, che può essere definito come generale oppure prendere il nome di Mesotelioma Pleurico da amianto, ovvero la forma maggiormente grave che contraddistingue questa patologia.
Parlando del tumore ai polmoni generale questo non è necessariamente letale visto che, come per altri tumori, può essere benigno oppure maligno.
Questa patologia si contraddistingue per una serie di sintomi completamente differenti: la patologia del tumore generale ai polmoni si dimostra, almeno nel primo periodo, senza alcun tipo di effetto collaterale, lasciando quindi il paziente completamente privo di un segnale chiaro che contraddistingue la sua patologia.
Il tumore ai polmoni generale può colpire diverse zone dello stesso e le cause aggiuntive che fanno scaturire questa conseguenza negativa sono principalmente due.
La prima di queste consiste semplicemente nel fatto che maggiore è la quantità di amianto che viene respirata, maggiore sarà la possibilità di contrarre tale patologia degenerativa che può essere curata mediante intervento chirurgico e terapie, specialmente se si tratta di tumore benigno.
Oltre a questa conseguenza occorre sottolineare come il tumore generale ai polmoni potrebbe derivare da una complicazione che deriva dall’asbestosi amianto.
Man mano che i danni procurati dalle fibre di amianto si intensificano, le infezioni eventuali che si possono venire a manifestare fanno in modo che i polmoni del paziente sviluppino delle cellule malate che tendono a contaminare gli organi.
Il paziente potrebbe sentire una semplice fatica nel respirare e qualche lieve dolore alla zona toracica ma il tumore generale ai polmoni non si manifesta con altri sintomi particolari e ben precisi.
Oltre che ai polmoni questo tumore potrebbe colpire anche la zona dell’intestino, stomaco ed esofago.
Questa patologia si tende a manifestare nel momento in cui l’amianto in polvere tende ad essere assimilato mediante deglutizione.
Ad esempio vecchie tubature che sono ricche di amianto potrebbero causare tale patologia, rendendo quindi la condizione del paziente meno stabile del previsto.
Inoltre occorre sottolineare anche il fatto che il tumore allo stomaco si manifesta generalmente con lievi dolori in questa zona del corpo e con feci insanguinate.
Pertanto al primo segnale della presenza di uno di questi sintomi occorre recarsi presso uno specialista per valutare la propria condizione clinica e optare per un intervento che venga svolto con cura e precisione per rimuovere le cellule infette che potrebbero danneggiare anche le altre parti sane del corpo.
Ad aggiungersi a queste malattie vi è quella maggiormente letale, conosciuta col nome di mesotelioma pleurico, che possiede due caratteristiche abbastanza spiacevoli.
La prima di queste consiste nel fatto che, ancora oggi, non vi è una cura che permetta di porre un rimedio a questo genere di patologia derivante dall’amianto.
La seconda consiste nel fatto che questa patologia non si limita a colpire solo ed esclusivamente i polmoni, ma anche gli altri organi.
Questo tumore prende anche il nome di malattia amianto familiare: questo per il semplice fatto che diversi studi passati, svolti sui pazienti che hanno contratto tale malattia, hanno contagiato anche le persone a loro vicine.
Ovviamente non è la patologia vera e propria a fare in modo che anche le persone che frequentano chi soffre di tale patologia se ne ammali.
La patologia, infatti, viene contagiata a causa della presenza di amianto residuo sugli abiti da lavoro e per questo motivo si parla anche di malattia professionale.
Chi lavora nei cantieri navali, oppure in altre strutture dove l’inquinamento è a livelli elevati, nei suo abiti potrebbe avere delle tracce di amianto che, essendo invisibili ad occhio nudo, vengono portate direttamente nella propria abitazione.
Queste possono espandersi velocemente all’interno di un luogo chiuso di dimensioni ridotte, comportando quindi l’inalazione da parte di un soggetto sano che potrebbe essere colpito proprio da questa malattia.
In un primo momento occorre parlare di patologia da amianto dormiente, dato che gli effetti collaterali che derivano dal mesotelioma non si manifestano immediatamente.
Solo dopo diverso tempo dalla loro presenza all’interno dei polmoni questi tendono a manifestare i diversi danni: i polmoni vengono intaccati con maggior velocità dalle quantità residue di amianto, che distruggono completamente la membrana protettiva degli stessi polmoni.
In questo caso il paziente inizia a sentire un leggero fastidio alla cassa toracica e precisamente negli stessi polmoni, che iniziano a riempirsi di liquido come nel caso di asbestosi.
Ma vi è una sostanziale differenza: la quantità di liquido è infatti superiore e questo intensifica le fitte di dolore che vengono provate da parte di chi soffre di questa patologia.
Altro segno distintivo della stessa malattia e la zona che viene infettata del corpo di chi contrae tale patologia.
Nella maggior parte dei casi il mesotelioma inizia colpendo uno dei due polmoni ed essendo una malattia aggressiva, successivamente verrà contaminato anche il secondo polmone.
Ma la zona d’attacco della stessa patologia non si limita solo ed esclusivamente ai polmoni del paziente ma, al contrario, tende lentamente a diffondersi e ad intaccare anche gli altri organi sani.
Questo avviene mediante il trasporto del sangue infetto nel resto del corpo e delle fibre di amianto che vanno ad intaccare appunto gli altri organi vitali vicini ai polmoni, come ad esempio il cuore.
Col passare del tempo la patologia professionale da amianto tende a rendere maggiormente visibili i vari danni che la stessa sta causando.
Quanto amianto bisogna respirare per ammalarsi?
Occorre quindi parlare del fatto che la stessa comporta un dolore costante che colpisce appunto la zona polmonare ed il resto del corpo, con tanto di lento dimagrimento costante dovuto appunto al malfunzionamento dei diversi organi del corpo del paziente.
Oltre a questo visibile sintomo il mesotelioma polmonare derivante da amianto tende anche a dare quella sensazione di malessere costante al paziente, che si ritrova quindi con poche forze e soprattutto con dolori che colpiscono ogni zona del suo corpo.
Questa particolare tipologia tende ad essere molto tardiva per quanto riguarda la sua manifestazione visto che possono trascorrere anche quarant’anni dopo aver respirato una certa quantità di amianto.
Il tempo di decorso della malattia è invece assai rapido, ovvero gli effetti negativi si manifestano in maniera abbastanza rapida.
Generalmente la speranza di vita che viene concessa ad una persona che soffre di tale tipologia di patologia di aggira attorno ai dodici mesi, che possono essere meno a seconda degli organi vitali che vengono colpiti, come cervello e stomaco, ma anche leggermente lunghi.
Una delle domande maggiormente complesse alle quali si cerca sempre una risposta è la seguente: Quanto amianto devo respirare per essere colpito da una delle patologie letali?
A questo quesito non vi è una risposta certa, dato che anche sul web vi sono diverse teorie che sono altamente contrastanti tra loro.
Occorre però smentire immediatamente una semplice teoria che in passato ha fatto temere e non poco la popolazione italiana.
Una singola ed unica fibra di amianto non è letale.
L’inquinamento atmosferico, infatti, fa in modo che le fibre di amianto potrebbero essere trasportate dal vento ed essere inalate anche da chi vive a chilometri di distanza rispetto ad un’impresa dove si lavora con l’eternit e altre sostanze che sono strettamente collegate all’amiato.
Occorre dunque sottolineare come questa credenza popolare debba essere smentita anche se, ovviamente, esistono pure i casi molto rari.
Su un campione di centomila persone, infatti, solamente dieci di loro hanno contratto qualche leggero disturbo dopo aver inalato una quantità ridotta di amianto.
Questo significa semplicemente che tale sostanza non provoca dei danni letali nel momento in cui se ne respira una sola fibra.
Tale precisazione deve essere effettuata in quanto, in passato, si parlava di persone che avevano appunto contratto tale patologia a causa di una singola inalazione involontaria: si trattava, come spesso accade tutt’ora oggi, di notizie prive di ogni genere di base reale e che sono servite semplicemente a creare un clima di tensione su un argomento abbastanza delicato come lo è appunto l’assimilazione di amianto.
Ovviamente occorre precisare un semplice fatto: chi respira una singola fibra di amianto e si ammala di una delle patologie che riguardano gli effetti collaterali derivanti appunto dall’assimilazione di questa sostanza non deve attribuire alla medesima la causa della sua patologia.
Come spiegato prima, infatti, alcune malattie derivanti dall’amianto vengono rese maggiormente gravi a causa della presenza di altre sostanze nocive all’interno del proprio organismo o comunque che vengono introdotte dopo aver respirato una quantità media di amianto.
Ad esempio un fumatore potrebbe già avere un problema polmonare medio grave e quindi essere a rischio di tumore e con l’inalazione delle fibre di amianto, ovviamente non solamente ed unicamente una, la sua condizione clinica potrebbe andare incontro ad un costante peggioramento.
Ma tornando al quesito iniziale, ovvero la quantità minima di amianto che fa nascere una delle differenti patologie letali che colpiscono i vari organi del proprio corpo, bisogna prendere in considerazione diversi elementi che potrebbero avere degli effetti negativi che comportano appunto lo sviluppo dei rischi collegati all’amianto.
Il primo di questi consiste appunto nella suscettibilità del sistema immunitario di una persona e della soggettività della stessa.
Questo significa che non necessariamente la medesima quantità di amianto potrebbe comportare la malattia ad entrambe le persone che svolgono delle mansioni in determinati luoghi dove l’amianto è in buona quantità e viene costantemente inalato.
Potrebbe infatti accadere che una delle due persone abbia un sistema immunitario maggiormente resistente e che, come conseguenza, la contrazione della patologia è assente nel suo caso.
Viceversa una persona già debole di salute o comunque che tende ad ammalarsi spesso, potrebbe essere maggiormente suscettibile e quindi rischiare di andare incontro ad una delle diverse patologie da amianto che sono state prima indicate.
Questo significa che, come prima caratteristica, bisogna valutare lo stato di salute complessivo di quella persona per capire se questa ha inalato una quantità letale oppure se questa è stata solo ed esclusivamente poca e che altre problematiche non abbiano agevolato il compito di infezione e danneggiamento dei polmoni dello stesso paziente.
Oltre alla salute ed alla forza del sistema immunitario di chi è esposto all’amianto, occorre anche parlare del fatto che bisogna valutare attentamente anche il tipo di esposizione alla quale il soggetto viene sottoposto.
Anche in questo caso occorre quindi fare delle precisazioni che permettono di capire quale sia la quantità effettivamente dannosa che potrebbe essere letale per il proprio organismo ed in particolar modo per i polmoni.
Esistono infatti diverse tipologie di esposizioni, le quali si presentano tutte con delle caratteristiche completamente differenti e che necessitano di essere attentamente analizzate in modo tale da ottenere una panoramica che sia generale e che permetta di capire effettivamente quale potrebbe essere la percentuale che comporta il rischio di contrarre le patologie.
Il primo di questi tipi di contatti con l’amianto è quello che viene definito come diretto.
In questo caso si parla di lavoratori che operano in un determinato settore e che, come suggerisce il nome, sono a stretto contatto con questa particolare tipologia di sostanza invisibile ad occhio nudo e presente in alcuni materiali come eternit ed altri.
Il contatto diretto può avvenire toccando appunto questi particolari elementi senza le dovute protezioni, ovvero guanti e tute che permettono di evitare che le parti del corpo nude, in particolar modo le mani, possano entrare a diretto contatto con tale sostanza.
Questo non è generalmente la causa che porta all’inalazione dell’amianto: con le mani sporche dopo aver toccato tale sostanza ci si potrebbe passare inavvertitamente una mano sul volto e quindi agevolare la respirazione della medesima sostanza, che comporta quindi un alto rischio della manifestazione della patologia stessa.
Pertanto è facilmente intuibile come il contatto diretto sia effettivamente una delle maggiori cause che comporta appunto lo sviluppo di tale patologia.
Il secondo tipo di contatto è quello indiretto ed anche in questo caso occorre fare una precisazione.
Col termine indiretto si possono intendere diverse situazioni, tutte differenti tra di loro, che fanno in modo che l’amianto venga inalato.
Una di queste consiste semplicemente nello stare all’interno di una struttura dove, ad esempio, mi sono elementi che contengono appunto l’amianto e che hanno il potere di far sviluppare una delle tante patologie alle quali si potrebbe andare incontro nel momento in cui si inala una determinata quantità di amianto.
Allo stesso tempo occorre parlare anche del fatto che la respirazione indirette potrebbe nascere nel momento in cui una persona, tornata a casa, non lava i suoi capi d’abbigliamento utilizzati durante l’orario lavorativo, continuando quindi a respirare una certa quantità di amianto anche al termine della giornata lavorativa.
Si tratta quindi di un tipo di contatto differente da quello precedentemente descritto ma che potrebbe comunque essere causa di una patologia che colpisce i propri polmoni, causando dei danni che potrebbero essere lievi oppure gravi e creando, a sua volta, una serie di complicazioni che potrebbero avere non poche ripercussioni negative sul proprio stato salutare.
Si passa poi all’ultima tipologia di contatto che può essere causa, seppur in modo inferiore, di una delle patologie che si rischia di contrarre nel momento in cui si inala una quantità di amianto.
In questo caso si parla di contatto accidentale e pure in questo frangente occorre effettuare diverse precisazioni utili che permettono di stabilire se si è respirata una quantità eccessiva di amianto oppure se quella inalata non creerà alcun tipo di di danno.
Il contatto accidentale potrebbe essere quello al quale ci si sottopone nel momento in cui si respira l’aria inquinata contenente le fibre di amianto qualora si vivesse nei pressi di una fabbrica che produce materiali contenenti amianto oppure che lavora tale sostanza.
Occorre sottolineare come anche chi vive in una casa con tetti in eternit o altri materiali contenenti amianto, seppur in quantità ridotta, potrebbe respirare alcune delle fibre presenti nell’atmosfera.
Questo non significa ovviamente che non ci si possa ammalare ai polmoni o comunque riscontrare diverse problematiche di salute ma, al contrario dei due casi precedentemente indicati, il contatto accidentale che comporta l’inalazione di piccole quantità di amianto, possiede una percentuale ridotta per quanto riguarda il potenziale sviluppo di patologie.
Si tratta quindi di stabilire come l’amianto viene respirato e nei primi due casi, soprattutto per quanto riguarda il contatto diretto, occorre cercare di prestare la massima attenzione mentre si è sul luogo di lavoro in modo tale da prevenire patologie che da semplici rischi della professione possono divenire delle certezze.
Analizzare quindi materiali e strumentazione che viene sfruttata durante gli orari di lavoro rappresenta la soluzione ideale in modo tale che si possano prevenire tutte quelle malattie letali che possono causare la propria morte in lassi di tempo abbastanza ristretti.
Quanto tempo devo respirare amianto prima di ammalarmi?
Una delle domande che ci si pone spesso quando si sente parlare di amianto è qual è la quantità minima di amianto che può comportare il rischio di patologie per la propria salute, sia gravi che lievi. Un’altra invece è quella che ci si pone è qual’è il tempo minimo che bisogna respirare l’amianto prima che qualche patologia si manifesti
Anche a questa domanda non vi è una risposta classica e sicura ma, come nel caso della quantità e del contatto, occorre effettuare un’attenta analisi da caso a caso.
Generalmente chi respira amianto per gran parte della giornata e per tempi lunghi, come ad esempio chi lavora in determinati settori dove l’amianto è una sostanza presente sia sui materiali che nell’ambiente, rappresenta il soggetto tipico che potrebbe andare incontro ad una delle diverse patologie prima indicate.
La continua esposizione a questa sostanza, infatti, comporta che una piccola quantità, se inalata quotidianamente, tenda ad accumularsi in modo costante.
Seppur questi elementi vengano in parte espulsi dal proprio organismo, in quanto visti come intrusi e quindi sostanze che devono essere assolutamente rimosse in maniera autonoma, un’esposizione costante potrebbe essere la causa della patologia stessa, la quale potrebbe divenire inevitabile.
Ciò significa che se una persona dovesse lavorare in un cantiere e non utilizzare i dovuti sistemi protettivi e la strumentazione adeguata per svolgere le sue mansioni, il rischio di contrarre una patologia derivante dalla presenza di amianto nel proprio organismo diviene quasi una certezza.
Differente invece è la situazione per coloro che, per diversi motivi, si sono ritrovati a respirare una quantità media di amianto per un periodo di tempo limitato.
Se questa viene inalata solo per lassi di tempo che non superano un certo numero di ore quotidiane, ovvero circa quindici, ed allo stesso tempo la sua esposizione è stata abbastanza ridotta, la possibilità che quel lavoratore possa andare incontro ad una delle patologie che derivano dalla presenza dell’amianto nel proprio corpo sono abbastanza basse.
Discorso ancor più diverso per quanto riguarda chi respira per brevissimo tempo fibre di amianto magari presenti in una determinata zona nella quale, magari, sono presenti delle fabbriche che lavorano sfruttando questo genere di materiale.
In questo caso il rischio di star male a causa dell’amianto presente nel proprio corpo risulta essere quasi del tutto assente, visto che le quantità ridotte verranno poi rimosse dal proprio organismo, prevenendo quindi dei danni ai polmoni ed agli altri organi.
Anche per quanto riguarda il lasso temporale di esposizione vi sono diversi fattori che devono essere considerati.
Distanza, tipologia di contatto ed ovviamente la quantità giocano dei ruoli determinanti che permettono di ottenere un indice sempre diverso per quanto riguarda i rischi malattie da amianto.
Ad esempio chi lavora anche solo per un breve periodo di tempo e opera con l’amianto, toccando i materiali che lo contengono senza alcuna protezione e respirando durante quell’intervallo temporale una quantità media di amianto è maggiormente a rischio rispetto a chi invece vi opera quotidianamente a adotta dei sistemi di sicurezza personali e professionali che gli permettono di ridurre ai minimi livelli il contatto e l’inalazione con questo genere di sostanza.
Occorre quindi fare una semplice analisi che permette di capire e scoprire quali sono gli elementi che potrebbero far scaturire una patologia ed evitare che questa possa essere contratta proprio a causa della costante inalazione delle diverse fibre di amianto.
Come posso capire se ho respirato dell’amianto?
L’amianto inalato comporta anche la ricerca di una risposta che possa risolvere un ulteriore quesito molto diffuso, ovvero come capire se si ha respirato tale sostanza e se vi sono delle patologie in corso che possono comportare delle conseguenze abbastanza gravi oppure letali.
A queste due domande vi è una risposta certa che consente di scoprire appunto se l’amianto è entrato a contatto coi polmoni e con gli altri organi vitali e se questo ha arrecato danni.
In primo luogo bisogna recarsi dal proprio medico curante e spiegare quella che risulta essere la propria situazione, cercando quindi di essere precisi e dettagliati in modo tale che il medico stesso possa avere una panoramica generale sulla propria condizione salutare
Essere precisi permetterà al medico di stabilire anche il tipo di controllo che deve essere effettuato per valutare appunto la propria condizione di salute.
Generalmente il primo tipo di visita al quale si viene sottoposti è una radiografia che avrà come oggetto dell’interesse medico, la propria cassa toracica e quindi i polmoni.
Questo per una semplice motivazione: tutti gli eventuali rischi che derivano dall’inalazione dell’amianto hanno base proprio nei polmoni e pertanto il medico effettuerà un attento controllo prendendo in considerazione questa zona del corpo del paziente.
La radiografia rappresenta un sistema non invadente che consente al paziente di scoprire se effettivamente ha respirato amianto, visto che questo potrà essere visualizzato con gli appositi strumenti.
Le verifiche permetteranno infatti di capire quante fibre sono presenti all’interno degli stessi polmoni e da quanto tempo queste sono presenti.
Tale tipologia di esame rappresenta però la prima soluzione che spesso viene adottata nel momento in cui il paziente stesso avverte i primi sintomi di una delle diverse patologie che riguardano l’inalazione dell’amianto.
Successivamente lo stesso paziente, nel momento in cui si accorge che i suoi polmoni non stanno operando in modo corretto, potrebbe richiedere dei test maggiormente specifici.
In questo caso si parla di piccole verifiche che sono maggiormente invadenti: tra di esse spicca il controllo del liquido generato dai polmoni quando l’amianto ha iniziato a danneggiare la membrana protettiva degli stessi.
Il controllo verrà svolto con molta cura visto che mediante il prelievo di un campione dello stesso liquido sarà possibile valutare se l’amianto ha arrecato diversi danni oppure se è solamente alla sua fase iniziale, ovvero se la quantità è stata inalata da poco tempo e questa ha iniziato ad arrecare danni ai polmoni.
Anche quanto si tossisce sangue o comunque si hanno fitte alla zona polmonare è bene richiedere un’analisi medica preventiva in quanto l’eventuale patologia potrebbe trovarsi nel suo stadio iniziale e quindi potrà essere facilmente curata, evitando che questa possa arrecare delle serie conseguenze e comportare uno stato di salute abbastanza precario.
Ogni tipo di controllo per scoprire se è stato respirato amianto viene svolto dai medici con grande cura ed attenzione e lo stesso vale per i dati che devono essere sottoposti ad una corretta e precisa analisi, in modo tale che lo stesso paziente possa essere in grado di conoscere, senza alcun tipo di imprecisione, tutte le eventuali complicazioni che potrebbero derivare dalla presenza di amianto nei suoi polmoni e se si possono apportare delle soluzioni che prevengono la morte.
Infine occorre nuovamente parlare degli effetti e sintomi delle patologie che derivano dall’inalazione dell’amianto.
Ognuna di queste, almeno nella prima fase, si presenta senza alcuna tipologia di segnale grave: le diverse conseguenze che derivano dall’inalazione di una grande quantità di amianto non si manifestano nell’immediato futuro, visto che le diverse fibre hanno bisogno di tempo prima di arrecare dei danni che possono essere facilmente ricollegati alle diverse patologie.
Per quanto riguarda il tumore polmonare generale, nella maggior parte dei casi ci vogliono circa dieci anni prima che questo si manifesti: le cellule infette devono essere presenti in una quantità media e devono agire con costanza sui polmoni.
Se invece si prendono in considerazione le conseguenze meno gravi, come ad esempio il versamento pleurico, queste hanno un tempo d’azione maggiormente ridotto.
Ciò in quanto questo problema precede eventuali conseguenze negative che si manifesteranno se la problematica viene trascurata.
Ovviamente si parla di un lasso di tempo variabile che generalmente non supera i dodici mesi: pertanto il versamento del liquido polmonare avviene a circa un anno di distanza nel momento in cui si respira una quantità elevata di amianto.
Proseguendo nella manifestazione della patologia, per quanto riguarda l’asbestosi questa patologie si manifesta in un lasso di tempo che varia dai dieci fino ai vent’anni mentre il tumore incurabile, ovvero il mesotelioma, può impiegare un minimo di venticinque fino ad un massimo di quarant’anni prima della sua manifestazione e questa patologia è quella che ha una fase di contaminazione del corpo maggiormente rapida, visto che impiega circa un anno prima di condurre alla morte il paziente affetto da tale problema.
Ovviamente la condizione di salute, la quantità e modalità di inalazione giocheranno ruoli fondamentali sulle tempistiche relative alla manifestazione delle suddette patologie.