Fibrocemento, un’alternativa all’amianto
La messa al bando delle fibre d’amianto imposta dalla Legge nel 1992, dovuta al riconoscimento degli effetti negativi dell’amianto sulla salute pubblica, ha posto il problema di trovare un sostituto valido per la produzione di manufatti aventi le peculiarità che l’amianto conferiva. In aiuto dei produttori sono comparse fibre di natura organica o inorganica che hanno consentito di sostituire l’amianto e realizzare così manufatti in fibrocemento ecologico che hanno sostituito gli elementi prodotti con l’amianto.
Indice:
- Che cos’è il fibrocemento?
- Differenze tra fibrocemento e amianto
- Quali sono le caratteristiche del fibrocemento?
- Dove viene usato il fibrocemento
- Come distinguere una lastra in fibrocemento ecologico da una in amianto
Che cos’è il fibrocemento?
Con il termine fibrocemento s’intende l’aggiunta di fibre, nella maggior parte dei casi polimeriche, al cemento per la produzione di manufatti o impiegato in diversi casi dalle imprese di costruzione.
Nella produzione di manufatti in fibrocemento i più noti sono le lastre in fibrocemento, il cui impasto è additivato con fibre naturali o polimeriche. Tra le fibre polimeriche disponibili, le più usate nel processo produttivo del fibrocemento ecologico sono le fibre in PVA .
Le fibre in PVA (polivinilalcool) sono fibre monofilamentose che, una volta disperse nel cemento, si dispongono tridimensionalmente all’interno della matrice cementizia. Influiscono sul controllo del ritiro, agendo da armatura secondaria contro le fessurazioni da ritiro e conferiscono, rispetto alle fibre d’amianto, una maggior resistenza alla flessione e alle tensioni indotte dalle escursioni termiche cui sono sottoposti i manufatti.
Un’altra caratteristica delle fibre in PVA è la forte coesione con la matrice cementizia, che, in caso di rottura del manufatto, mantiene la fibra coesa al cemento senza essere dispersa nell’ambiente circostante, e, rispetto alle fibre in polipropilene, non si sfila dalla matrice.
Rispetto sempre alle fibre di amianto, hanno un allungamento che può arrivare al 10% della loro lunghezza.
Oltre alle fibre in PVA nella produzione di fibrocemento sono impiegate anche fibre naturali di origine vegetale.
Le fibre vegetali hanno il vantaggio di provenire da fonti rinnovabili, con costi inferiori alle fibre polimeriche, non hanno un impatto negativo sull’ambiente e sono riciclabili.
Le fibre vegetali hanno un diverso grado di polimerizzazione secondo la specie, e presentano buone caratteristiche meccaniche.
La ricerca e lo sviluppo continuo delle fibre vegetali prevedono un impiego sempre più ampio nel settore edile e dei manufatti in fibrocemento.
Differenze tra fibrocemento e amianto.
L’impiego più conosciuto dell’amianto come rinforzo del cemento sono stati i pannelli ondulati per coperture, noti anche come il nome del maggior produttore, ossia le coperture in eternit.
Le lastre fibrorinforzate in amianto avevano una buona resistenza alla compressione, al punto da sopportare il transito pedonale durante la manutenzione delle coperture.
Erano impermeabili, e avevano anche una sufficiente proprietà coibente.
Il processo produttivo realizzato con macchine Hatschek, colui che brevettò nel 1901 il cemento-amianto, permetteva una buona compattezza delle lastre e dei tubi tale da permettere di essere prodotte senza l’ausilio di casseri, ed erano immediatamente movimentate a mano subito dopo la produzione.
La più grande miniera a cielo aperto d’Europa era in Italia, a Balangero, e questo influiva sui costi di approvvigionamento del materiale riducendo i costi dei trasporti.
I prodotti in amianto-cemento erano quindi economici e convenienti l’economicità e la rapidità di produzione, insieme ai vantaggi che offriva dal punto di vista tecnico, fecero del cemento-amianto uno tra i manufatti più impiegati durante la ricostruzione del dopoguerra. Coperture, tubazioni, vasche per l’acqua potabile, furono tra i principali manufatti impiegati. Mentre l’amianto era unito al cemento per formare la malta con cui si ricoprivano le tubature dell’impianto di riscaldamento.
Un altro vantaggio dell’impiego delle coperture in eternit era la lunga durata. La vita utile stimabile dei componenti in amianto-cemento era di 20 anni, ma si sono rivelate particolarmente longeve, al punto che ancor oggi, a quasi trent’anni dal divieto dell’impiego dell’amianto, sono presenti in molti edifici.
Non tutte si presentano ammalorate o in condizioni tali da renderne imprescindibile la rimozione e lo smaltimento; le coperture che si presentano integre possono essere messe in sicurezza con la tecnica dell’incapsulamento eternit senza bisogno di rimuoverle, prolungando ulteriormente la durata.
L’incapsulamento del cemento fibrorinforzato prevede la copertura delle lastre con un rivestimento superficiale, eseguito a più riprese con specifici materiali. Il film protettivo impedisce così alle fibre di dispersi nell’ambiente circostante
L’estrema fragilità delle fibre di amianto libere dalla matrice cementizia è, infatti, il pericolo maggiore per la salute. Sottoposte a rottura si scindono in parti microscopiche che sono inalate inconsapevolmente, addensandosi negli alveoli polmonari causando asbestosi o mesotelioma, il cancro caratteristico dell’esposizione all’amianto.
Per questi motivi dal 1992 è stato vietato l’impiego dell’amianto nella produzione in tutti i settori in cui era impiegato.
L’impiego del fibrocemento ecologico non solo ha mantenuto una buona parte delle caratteristiche dell’amianto-cemento, ma hanno una miglior resistenza alla flessione, sono riciclabili, e hanno un buon potere coibente e sono più difficilmente aggredibili da agenti organici.
Quali sono le caratteristiche del fibrocemento?
Le fibre sostitutive dell’amianto, come abbiamo visto, conferiscono migliori resistenze ai manufatti e alle opere edili.
Per differenziare questi manufatti da quelli prodotti con amianto, è stato coniato il termine fibrocemento ecologico. Ecologico non è riferito solamente all’assenza di amianto, ma soprattutto a evidenziare produzioni con un basso impatto energetico e alla completa riciclabilità dei materiali.
Rispetto alle lastre di eternit, le quali avevano una vita utile nominale di 20 anni, il fibrocemento ecologico ha una vita media utile dichiarata di circa 15 anni.
Tale durata delle lastre in fibrocemento potrebbe essere superata se i manufatti non siano sottoposti a carichi gravosi o a condizioni di lavoro estremamente difficili, va comunque osservata, durante l’esercizio, la regolare manutenzione prescritta dal costruttore. I manufatti in fibrocemento ecologico ereditano molte proprietà delle fibre di amianto, e ne possiedono di peculiari. Infatti, a differenza dell’amianto cemento, sono resistenti alla flessione e agli urti, qualità che offrono ulteriori vantaggi durante la posa e la manutenzione. Sono permeabili al vapore acqueo, riducendo la formazione di condense e drenando l’umidità in eccesso. Resistono bene alle intemperie e all’aggressione delle piogge acide. Hanno proprietà di fonoassorbenza e isolamento termico.
Durante la produzione di pannelli destinati a essere impiegati come sottocoppi le lastre in fibrocemento sono rinforzate con reggette in polipropilene per la protezione contro le cadute dovute a rotture accidentali delle lastre in fase di posa dei coppi, garantendo la sicurezza degli operatori.
Dove viene usato il fibrocemento.
L’aggiunta di fibre polimeriche al cemento ha un largo impiego nell’edilizia moderna. La proprietà d’incrementare il punto di prima fessurazione che è conferita dalla disposizione delle fibre all’interno della matrice cementizia è sfruttata nella realizzazione di pavimenti industriali in calcestruzzo. Le fibre, in questo caso, riducono la formazione di fessurazioni in fase plastica del pavimento, fungendo in alcuni casi da armatura secondaria o “di pelle”.
La proprietà di ridurre il ritiro in fase plastica delle fibre è sfruttata anche nella realizzazione d’intonaci in cemento fibrorinforzati. Le fibre sono aggiunte dai produttori nei premiscelati anidri e riducono la formazione di cavillature dell’intonaco durante l’asciugatura, e permettendo un miglior riempimento dei vuoti. Gli intonaci fibrorinforzati sono impiegati sia nella realizzazione di nuovi intonaci, sia nella ristrutturazione di parti d’intonaco esistente.
La capacità di conferire una migliore coesione del legante e ridurre le fessurazioni da ritiro è sfruttata anche nella realizzazione di rivestimenti a cappotto, nei materiali che sono impiegati durante la rasatura.
La maggior parte dei manufatti in fibrocemento ecologico è costituita dalla produzione delle lastre sostitutive dell’eternit e di lastre piane, ma è impiegato anche nella realizzazione di altri manufatti come comignoli e canalette di scolo dell’acqua.
Le lastre piane in fibrocemento sono destinate al rivestimento di facciate esterne o pareti interne e sono disponibili in diversi colori, con una buona resistenza alle radiazioni UV. Sono prodotti in spessori che partono da 6 centimetri per arrivare fino a 30 centimetri, leggeri, impermeabili e resistono all’aggressione di parassiti. Dotati di una buona permeabilità, sono anche resistenti al gelo e agli agenti atmosferici. Nella versione ondulata le lastre di fibrocemento sono ormai impiegate comunemente per le coperture di edifici industriali o civili. Sono realizzate in diversi profili: ondulate tradizionali, per coperture alla romana con una parte piana, per tetti alla francese e piane.
Impiegate come sottocoppo nelle nuove realizzazioni o nel risanamento di coperture esistenti, con rinforzo di sicurezza, permettono un risparmio sulla quantità di coppi da posare.
Come distinguere una lastra in fibrocemento ecologico da una in amianto
Una lastra in fibrocemento ecologico usata come copertura presenta le stesse caratteristiche di una lastra in amianto, o eternit per usare il termine con cui è più nota.
Presupposto che la certezza della presenza di amianto o fibre sostitutive la può dare solo un’analisi compiuta da un laboratorio attrezzato, ci sono alcuni aspetti da considerare per distinguere una lastra in fibrocemento ecologico da una in amianto.
Le lastre in fibrocemento ecologico, a differenza di quelle di amianto, presentano una colorazione più chiara.
Inoltre l’anno di costruzione è fondamentale per togliere ogni dubbio. Se la lastra è stata posata dopo il 1994, sicuramente, è composta da fibrocemento ecologico. Infatti se la produzione è stata vietata nel 1992, la legge ha concesso di commercializzare i prodotti con amianto fino al 1994.
Un ulteriore criterio di valutazione è dato dalle aziende produttrici, che riportano sulle lastre la dicitura fibrocemento ecologico.
La certezza, come presupposto prima, è data solo da un’analisi di laboratorio.